Il sistema – politico, religioso, educativo e scientifico lavorano di concerto – plasma i nostri apparati psicofisici e quindi il nostro modo di pensare il mondo che ci circonda. Per esempio, le comuni concezioni di salute, coppia, educazione o politica, non sono nostre, in quanto vengono acquisite “strada facendo” fin da quando cominciamo a guardare la televisione e ad andare a scuola.
Jim Carrey e la rinascita spirituale
Non solo è difficile uscire da questo sistema, ma quando riesci ad uscirne il sistema ti reclama ancora per un lungo periodo… prima di scartarti definitivamente.
Quando Jim Carrey – dopo aver intrapreso un cammino spirituale come allievo di Eckhart Tolle – è entrato in maniera permanente in un nuovo stato di coscienza, non è più riuscito a svolgere con le stesse modalità di prima il suo lavoro. Il business dello spettacolo, con le sue quotidiane lotte per ottenere ruoli di rilievo e sempre più pagati all’interno dei film… ha perso la sua attrattiva. A un certo punto ha visto con chiarezza che non ne valeva più la pena.
Da qui sono derivati alcuni anni di allontanamento dalle scene e una drastica riduzione delle partecipazioni agli appuntamenti mondani (e quando si presentava era solo per scioccare con le sue dichiarazioni sull’illusorietà della realtà). Tutto ciò è stato percepito dal mondo dello spettacolo (dal sistema) come un periodo “buio e difficile” della sua vita, come una “caduta” e non come un risveglio. Il sistema interpreta tutto secondo i suoi parametri capovolti e fa apparire al pubblico chi si sveglia e “si chiama fuori” come qualcuno che non ha retto le pressioni dello show-business, alla stregua degli attori e dei cantanti che cominciano a bere e a drogarsi.
Agli occhi di molti Jim Carrey, a causa delle sue stravaganze spirituali, si è “bruciato” la carriera. Ma in realtà… è sufficiente guardare i suoi occhi per capire che è accaduto esattamente il contrario.
Sgalambro diceva: Io sono io e le circostanze della mia vita. Ciò che fai , le decisioni che prendi , le strade che decidi di percorrere sono condizionate dalle circostanze che ti hanno influenzato nel percorso della vita. Io ad esempio , che non sono un attore di importanza mondiale , e mi guadagno il pane quotidiano col sudore e il sacrificio me ne guarderei bene di fare la scelta di Jim Carrey, perché le mie circostanze non me lo permettono, e come sono io sono il 90% delle persone che conducono una vita normale e consapevolmente continuano la battaglia giornaliera per il bene della propria famiglia… facile arrendersi , ci vuole più coraggio ad affrontare il mondo con tutti I suoi aspetti buoni e cattivi.
Jim Carrey, l’attore che fu
Jim Carrey è un attore di fama mondiale, capace di recitare in commedie esilaranti così come in tragiche commedie.
Lo abbiamo apprezzato molto nella serie Ace Ventura e nel film The Mask, dove tutto il mondo ha iniziato ad amare questo stravagante artista che faceva ridere grandi e piccini.
Capace poi di recitare in situazioni meno commedie come il Truman Show, un film che parla di un mondo virtuale (creato appositamente per la sua vita), dove Truman (alias Jim Carrey) nasce, cresce e prosegue la sua vita, fino a che un giorno si accorge che tutto il mondo attorno a sé è ogni giorno uguale, come se tutti stessero recitando una parte, decide così di scoprire dove fosse realmente cresciuto.. Fino a scoprire che Truman stava vivendo all’interno di un reality show in diretta mondiale da anni.
Ma come se non bastasse il noto attore statunitense ha recitato in film come Man on the Moon, Number 23, Se mi lasci ti cancello e potremmo continuare qui per giorni.
Intervista a Jim Carrey a fine 2018
Di seguito è possibile leggere una intervista completa, molto recente e tradotta in lingua italiana tratta dal sito web dagospia.com:
Partiamo da questa sua ritrosia a usare la parola «comeback». Perché dice che non è più nel business dello spettacolo?
«Ho in effetti attraversato un periodo in cui non volevo più essere in questo business.
Non vuoi centrare la tua vita intorno alla fama, al successo, a chi è popolare e a chi è in cima alla stratosfera. Ero arrabbiato con me stesso perché mi dicevo: questo è Truman Show , sei sulla porta e non hai il coraggio di attraversarla e di vedere cosa c’ è dall’ altra parte. E poi, un giorno ho capito che quella soglia l’ avevo già attraversata, che ero fuori dal giro da cinque anni, che me ne ero già andato. L’ unica cosa che mi tiene qui è questo avatar fisico che fa questo mestiere per vivere. Ma io sono altrove. Che questo non è chi sono. Chi siamo è una cosa molto più grande. Tutto ciò mi ha permesso di tornare a giocare. Ora sto solo giocando».
Lo fa con una commedia che sembra riflettere la sua personale lotta interiore.
«Queste sceneggiature mi trovano al momento giusto.
Quando un personaggio è molto chiaro per me, allora trovo una storia che mi consente di esprimerlo. Negli ultimi anni ho avuto a che fare con alcune turbolenze molto forti: se non ti lasci configgere, ne esci più forte. Ora posso parlare con chiunque e capire il dolore che sente. Dire la verità è sempre una scelta molto potente».
Parliamo del suo lavoro di artista, di scultore, di pittore e ora anche di vignettista politico
«Per me è tutta la stessa cosa.
Quando interpreti un film che cosa fai? Scolpisci un personaggio. Se entri a casa mia e vedi tutti i miei quadri appesi ai muri è la stessa cosa, è come se il mio cervello fosse esploso su quei muri.
Quanto ai fumetti politici, siamo in guerra: una guerra contro l’ intelligenza di questo Paese. Dunque ho sentito il bisogno di trasformare alchemicamente questa confusione, di trovare un modo per esprimere le mie opinioni. Niente di più. So che a volte ha effetto e altre no, ma non posso accettare di tacere in un momento come questo.
Dobbiamo urlare e far sapere che non ce ne staremo buoni, che siamo stanchi di dare ascolto a bugiardi, a disgustosi bugiardi. Ne ho abbastanza, sono pronto ad andare in guerra».
Carrey, ne ha passate tante (nel 2015 la sua ex fidanzata si tolse la vita e lui venne accusato di averla indotta al suicidio, accusa poi ritirata, ndr). Come si sente ora?
«Sono allo stesso tempo felice e triste e solo e anche soddisfatto della mia vita ed entusiasta di dove sta andando.
Penso sia normale avere esaurimenti e crisi, questo è il problema che stiamo avendo nella nostra società: tutto viene accompagnato da vergogna e umiliazione. È una parte importante del messaggio di questo show: ci sono circostanze nella vita in cui il tuo corpo e la tua psiche non ce la fanno più a reggere la persona che cerchi di rappresentare per il mondo. Questa è la depressione. Hai solo bisogno di riposarti da tutto quello che hai creato, dal modo in cui lavori e dalle cose che pensi di dover dire. Tutti ne abbiamo bisogno».
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